La Grecia tra mare e montagna, itinerario dal Peloponneso alle Cicladi
Dove si parte in vacanza? Mare o montagna? E perché non entrambi?
Ecco l’itinerario scelto per il nostro viaggio on the road in Grecia, che comincia tra le montagne dell’Arcadia, nel Peloponneso e si conclude sotto il sole delle Cicladi. Abbiamo completato questo itinerario in tre settimane: 2 sulla terraferma e una di completo relax sull’isola di Serifos.
1° tappa: Stemnitsa e Dimitsana
Per questa prima tappa, ci attende una bella escursione. I paesi di Stemnitsa e Dimitsana distano tra loro solo 9 km di strada, ma il sentiero (Menalon Trail) si snoda tra la montagne e la vallata con un dislivello abbastanza importante per consentire di approfittare degli scorci panoramici più suggestivi nonché dell’acqua fresca del fiume Lousios.
Tra questi due paesi si trovano due bellissimi monasteri: Moni Timiou Prodromou (San G. Battista) e Philosophou di cui uno letteralmente scavato nella montagna e sembra sospeso nel vuoto. Arrivandovi dinanzi e una volta entrati ci si chiede come si possa riuscire a realizzare un’opera così titanica.
Da sapere: L’ingresso nei monasteri ortodossi (l’avevamo scoperto ad Amorgos) richiede un codice vestimentario molto rigoroso. L’ingresso è vietato agli uomini in bermuda e alle donne in pantaloni. Fortunatamente ci sono dei vestiti a disposizione dei visitatori all’esterno per poter entrare in modo consono. I monaci accolgono i visitatori affaticati con acqua, caffè greco e dei deliziosi lokum per rifocillarsi prima di ripartire. Ma bisogna imperativamente arrivare prima delle 13 (o dalle 17 alle 20) o troverete chiuso.
Alla fine della giornata, quando abbiamo intravisto le prime case di Dimitsana all’orizzonte ci sembrava un miraggio. Siamo giunti a destinazione verso le 18, sfiniti dopo ore di marcia che ci hanno però permesso di scoprire angoli e paesaggi incontaminati e meravigliosi delle gole di Lousios.
2° tappa: Mistra
Mistra, o Mystras, è un piccolo paese dove una manciata di turisti si ferma per visitare il suo famoso Kastro (Unesco). Un Kastro può essere un Castello, una fortezza o villaggio fortificato a seconda dei casi, ciò che è certo è che per raggiungerlo bisogna armarsi di scarpe da ginnastica e non aver paura di camminare.
Il Kastro di Mistra è un antico villaggio in rovina ma che conserva ancora alcune cappelle, un monastero e dei muri ancora integri. Dall’alto del Castello di Guglielmo II di Villehardouin poi si ha un panorama unico sulla regione (e la città di Sparta in lontananza).
Nelle cappelle si possono ammirare delle icone molto antiche e ancora ben conservate, soprattutto se si pensa alle diverse invasioni. Gli ottomani non hanno distrutto le chiese quando hanno invaso la Grecia ma le hanno trasformato in moschee e hanno cancellato gli occhi dei santi, ciò è ancora visibile oggi in alcune chiese, tra cui quelle di Mistra.
3° tappa: Kardamili:
Un po’ di relax dopo due tappe dedicate alla camminata sportiva. Si comincia con la spiaggia di Foneas, poco distante da Kardamili. La spiaggia è piccola e si riempie velocemente in questi primi giorni di Agosto ma l’atmosfera resta tranquilla, e come sottofondo c’è quasi solo quello delle onde.
Kardamili ricorda un po’ un paese italiano con le sue case in pietra e le grandi persiane di legno. Da non perdere anche, all’uscita del paese, verso nord, (non ci sono grandi indicazioni) i resti dell’antica città, con il campanile, la piazzetta, la torre e un museo.
4° tappa: Githio
Ritorno al verde della natura a Githio (anche nota come Gytheio, Gitéo o Gízio). Qui abbiamo optato per Petropoulaki, una sistemazione fuori città, in cima ad un oliveto. Al menu: canto delle cicale come sottofondo, camminate tra gli olivi e un panorama eccezionale. In questo antico casale in pietra a conduzione familiare, l’accoglienza è calorosa e la cucina come a casa!
Quando si vede il proprietario pulire un bel cesto di fiori di zucchine al mattino si può star certi di trovarle farcite al menu la sera stessa, visto che il menu ha solo prodotti freschi, a km zero e preparati in casa e cambia in continuazione a seconda del raccolto del giorno.
Non a caso abbiamo mangiato da Dei... dell’Olimpo!
Per il mare, la prima spiaggia che scopriremo sarà quella più vicina, Mavrouvouni, a due passi da Githio. Una spiaggia lunghissima, costeggiata da tamarici, come spesso qui in Grecia, all’ombra delle quali si rilassano una manciata di bagnanti. Siamo molto sorpresi dal notare così poca gente, ad Agosto, su una spiaggia così grande e accessibile a tutti.
Il giorno seguente scenderemo più a sud, lungo la penisola della Maina. Lì troviamo Skoutari, piccola spiaggia sabbiosa con pochissima gente e, una mezz’ora più a sud, Alypa, piccola baia di ciottoli dall’acqua tanto trasparente quanto rinfrescante.
Lasciando Githio avvistiamo da lontano il relitto di una nave arenata. La leggenda vuole che si tratterebbe di una nave (Dimitrios) con un passato di traffici loschi e/o il cui armatore non era in regola con il pagamento delle tasse per rimanere in porto e per questo una notte sarebbe stato portata in mare aperto in attesa del pagamento, ma nel frattempo è partita alla deriva arenandosi e rimasta così per decenni. Più che la storia, abbiamo trovato ancora più bizzarro che delle persone decidano di farsi il bagno sotto il relitto.
5° tappa: Elafonisos
La punta meridionale del Peloponneso si chiama Pounta (giustamente!) e di fronte a lei si trova un’isoletta: Elafonisos. Il sito della compagnia di navigazione indica un tempo di 30 minuti per la traversata ma in realtà è più quello dell’attesa per l’imbarco e delle manovre per l’imbarco che la traversata (appena dieci minuti).
Sin dalla traversata siamo stati letteralmente rapiti dal colore dell’acqua, ma una volta sbarcati ancora di più. Il mare è di un azzurro quasi irreale… sembra quello di una piscina! L’isola è piccolina e ci si trova ad incrociare spesso le stesse persone nei bar e ristoranti sul porto. Ma le spiagge sono una meraviglia e quasi deserte, consentendo di trovare facilmente angoli tranquilli.
Le dune offrono paesaggi rilassanti… anche le tartarughe vengono a deporre le loro uova sulle spiagge di Elafonisos.
Sfortunatamente, come purtroppo nel resto dell’Europa meridionale e in particolare in Grecia in piena estate, il rischio incendi è alto. Proprio su questa stessa isola c’è stato un incendio qualche giorno dopo che l’avevamo lasciata (fortunatamente senza vittime).
6° Tappa: Monemvasia / Malvasia
Non avendo camminato molto ad Elafonisos dovevamo recuperare… e a Monemvasia quanto a salite ce n’è per tutti!
Monemvasia (o Malvasia) è un paese arroccato non ad una montagna ma ad un promontorio roccioso che fa pensare ad un enorme scoglio, collegato alla terraferma da un istmo. Il centro abitato è ben nascosto, sembra fatto apposta per sfuggire alla vista degli invasori. Ciò non bastò se si pensa che gli Ottomani giunsero fino alla chiesa di Santa Sofia, in cima al promontorio. Anche noi arriviamo fino a su, assetati, e ci fermiamo all’ombra di un magnifico olivo che a giudicare dalla stazza sembra aver attraversato diversi secoli. Chissà quante persone avranno approfittato, come noi ora, della sua ombra.
Il paese è molto carino, con le sue case in pietra color ocra, la piazzetta, le boutique e un panorama mozzafiato sul mare di un azzurro che più azzurro non si può
7° Tappa: Geraki
Dopo aver lasciato Monemvasia, proseguiamo verso nord in direzione Geraki, un paesino dalle stradine strette (mai come ora siamo contenti di aver noleggiato una piccola utilitaria!). Il paese non ha grandi attrazioni e sembra quasi deserto se non fosse per la piazza principale e il suo bar
Appena fuori dal paese però c’è qualcosa che merita una sosta! Il Kastro, con i resti del vecchio paese, con resti di case e chiese ancora ben conservate risalenti fino al XII° secolo..
All’interno di alcune chiese, gli affreschi sono in condizioni sorprendenti considerando l’età. Siamo quasi gli unici visitatori del sito a percorrerne i sentieri in pieno pomeriggio di Agosto e poco prima della chiusura ma almeno possiamo approfittare pienamente delle bellezze del luogo.
8° Tappa: Paleochori e il monastero Elonas
Dopo Geraki, e prima di raggiungere Nafplio (o Nauplia) decidiamo di fare una sosta per la notte per evitare un tragitto troppo lungo e stancante, scegliendo un paese chiamato Paleochori. Ma prima, andiamo a visitare un monastero (si, un altro). Come il Monastero di Dimitsana all’inizio di questo nostro viaggio, anche quello di Elonas è completamente isolato, per raggiungerlo bisogna avventurarsi su strade di montagna con curve annesse ma il punto positivo è rappresentato dai paesaggi magnifici. Stavolta raggiungiamo il monastero in auto (a piedi sarebbe stato leggermente più complicato) appena entrati l’odore di incenso ci da il benvenuto in questo luogo costruito sulla parete rocciosa e la cui cappella sembra davvero minuscola rispetto alla montagna che la ripara.
Lasciamo quest’oasi di pace per raggiungere Paleochori. Il paese conta 300 anime, una chiesa, una taverna e forse anche un minimarket. Arrivando ci perdiamo l’ingresso del paese ma fortunatamente incontriamo un ragazzo che ci guida fino al nostro B&B. Ci racconta di essere uno studente di liceo ad Atene che rientra al paese solo per le vacanze non essendoci un liceo per il suo ramo di studi in questa valle isolata ma che per nulla al mondo lascerebbe questo posto meraviglioso e incontaminato per una città come Atene se avesse la scelta. Per cena, direzione l’unica taverna del paese, un vero luogo di ritrovo per tutti gli abitanti del paese.
Dopo una notte movimentata in una casa di campagna molto rustica frequentata da una specie di millepiedi chiamato “Scolopendra” che si diverte a mordere gli ignari avventori del luogo con morsi alquanto dolorosi e che lasciano il segno per settimane. Approfittiamo della notte quasi in bianco per ammirare l’alba in questo silenzio quasi assoluto rotto solo dai suoni della natura:il ronzio delle api, le rondinelle, il canto del gallo e l’asinello. In strada per Nauplia di buon’ora passiamo nuovamente sotto il Monastero dove dei canti gregoriani fanno da sottofondo a tutta la valle su diversi chilometri.
9° tappa: Nauplia
Ultima tappa in terraferma di questo nostro road trip nel Peloponneso: Nauplia (nota anche come Nafplio). In questa città c’è… indovinate un po’? Un Kastro! Un castello che domina dall’alto. In passato usato come prigione è possibile visitarlo ed entrare in qualche cella più che spartana avendo i brividi a pensare che qualcuno possa essere stato rinchiuso qui sicuramente con altri compagni di sventura, senza luce, aria e sotto il livello del pavimento.
Se si esclude questo dettaglio le fortificazioni e il panorama sono fantastici, e rendono il posto un sito da visitare ma meglio in prima mattinata o al tramonto se si vuole evitare di cuocere sotto il solleone di questa città dove ad Agosto può fare davvero caldo!
Ma Nauplia è anche spiagge, relax e dolce far niente ben meritati. La città (prima capitale della Grecia) ha un centro storico molto bello ed è abbastanza grande e le spiagge con lei, c’è l’imbarazzo della scelta quanto a stabilimenti balneari dove potrete stendervi su comodi lettini e sdraio gratuitamente in cambio di una consumazione (e così in tutta la Grecia!)
E per la visita culturale, a pochi chilometri dalla città sorge l’anfiteatro Epidauro, quello meglio conservato tra tutti i teatri dell’antichità. Il sito si estende su più ettari e ospita oltre all’anfiteatro anche i resti della città antica, del tempio e u museo con le statue ritrovate sul posto. Essendo stato un santuario del Dio greco Asclepio, vi si praticava la medicina e si può osservare il bastone di Asclepio, simbolo del serpente oggi associato alla farmacia.
10° tappa: Isola di Serifos
Dopo aver visitato Santorini, Mykonos, Amorgos e Folegandros, avevamo voglia di scoprire una nuova isola delle Cicladi. Stavolta abbiamo scelto Serifos, che ha un discreto vantaggio quando si ha voglia di riposare e si tende ad avere il mal di mare: dista appena due ore dal porto di Atene (Pireo).
A Serifos ci sono ovviamente tante spiagge, ma anche belle passeggiate nel paese o escursioni nella natura. Avendo camminato discretamente nel Peloponneso, questa tappa sarà più orientata al relax. E per riposarsi qui c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Spiaggia di Livadi, a 2 minuti dal monolocale che abbiamo preso in affitto, è abbastanza lunga per poter trovare un posto all’ombra delle tamerici nelle ore più calde del giorno. Essendo esposta ad est, è più indicata nelle prime ore del giorno e ad inizio pomeriggio.
Dall’altra parte dell’isola, per poter aver il sole tutto il pomeriggio, scegliamo la spiaggia di Ganema quando vogliamo avere anche la possibilità di ripararci all’ombra. La spiaggia è larga e costeggiata da alberi oltre ad essere facilmente accessibile dalla strada principale.
I giorni in cui ci sentiamo più “coraggiosi”, optiamo per la spiaggia di Kalo Ampeli, una spiaggetta senza il minimo centimetro quadrato d’ombra. Per evitare un’insolazione ci armiamo d’ingegno mettendo su una piccola tenda grazie ad un pareo e delle travi di legno trovate qua e là. Questa spiaggia è più isolata, bisogna percorrere un piccolo sentiero scosceso in mezzo alla macchia mediterranea. Meglio avere delle scarpe adatte (chiuse) per evitare di farsi male o scivolare.
Il paese dove dormiamo è vicino al porto, ma come spesso accade nelle Cicladi, il centro storico – la Chora – è arroccata alla montagna in modo da dominare l’isola e poter vedere all’orizzonte tutte le navi che si avvicinano. La salita all’interno del villaggio storico per visitare il Kastro non è delle più facili ma resta fattibile ed è ricompensata dalle graziose e tipiche casette bianche, dal panorama al tramonto, la minuscola piazzetta con i suoi locali, i mulini, le Buganvillee in fiore.
Considerate le ridotte dimensioni dell’isola e la sua morfologia, non ci sono enormi superfici destinate all’agricoltura e molti prodotti sono importati. Anche per questo motivo, i prezzi sono più alti che in terraferma. La frutta, verdura, carne e pesce restano a prezzi accessibili. Cosa che ci ha sorpreso, non c’è una pescheria sull’isola, per acquistare il pesce fresco basta recarsi sul porto di prima mattina e comprare direttamente dal pescatore. Salite sulla barca e scegliete il vostro pesce preferito dal pescato del giorno… più fresco di così non si può!
Dopo una settimana di completo relax, salutiamo Serifos un giorno in cui il Meltemi (vento greco) si diverte a sollevare le gonne, e riprendiamo l’aliscafo per il Pireo. Dopo una notte ad Atene ed una passeggiata al tramonto all’ombra dell’Acropoli sarà la volta di raggiungere l’altro paese dei mulini.
Informazioni utili:
Dove dormire a:
Dimitsana: Dormire bene e senza spender molto
Elafonisos: Scopri dove dormire sull’isoletta
Githio: Addormentati nella casa/torre immersa nel verde
Kardamili/Agios Nikolaos: Una villa con piscina e vista mare
Mystras: Dormire comodamente in pieno centro
Nauplia: Clicca qui per dormire a Nafplio al miglior prezzo
Monemvasia: Clicca qui per un incantevole appartamento
Serifos: Un alloggio a buon prezzo a Serifos
Atene: Dormire a due passi dall’Acropoli
Come spostarsi nel Peloponneso:
In auto:
Abbiamo noleggiato una piccola utilitaria all’aeroporto di Atene, che abbiamo restituito al porto del Pireo, prima di imbarcare per Serifos. Anche stavolta siamo passati per Auto Europe visto che in passato si sono rivelati essere quelli con il miglior rapporto qualità prezzo e non ci hanno mai deluso e anche stavolta è andato tutto benissimo. Il loro motore di ricerca consente di trovare la migliore offerta tra diversi fornitori e ciò in molte destinazioni.
Traversata in nave/aliscafo:
- per Elafonisos: c’è un’unica compagnia con partenze ogni mezz’ora o ogni ora. Qui gli orari e i prezzi
- per Serifos: abbiamo optato per Seajets, la compagnia di navigazione con aliscafi per fare prima e raggiungere l’isola in poco tempo. Qui trovate tutti le informazioni utili sui collegamenti SeaJets e potete prenotare i vostri biglietti.
A Serifos? Meglio uno scooter! Abbiamo scelto un motorino perché per esperienza alle Cicladi è sempre stato il nostro mezzo di locomozione prediletto. Il miglior prezzo lo abbiamo trovato da Blue Bird e lo scooter era in ottime condizioni.
Cosa assaggiare?
La cucina greca offre un’infinità di leccornie (anche senza glutine e a prova di celiaci!) noi vi consigliamo:
In Arcadia (Dimitsana): Carne di agnello, capra, miele locale, Feta
Ovunque in Grecia:
Come antipasto da condividere: Taramosalata, Tsatsiki, Fava, Melitzanosalata, Dolmades (quelli di Petropoulaki a Githio erano fa-vo-lo-si!)
Piatto principale: insalata greca ovviamente, Melitzana Saganaki (non perdetevi quella di Pidalio a Nauplia, da leccarsi i baffi!)
Dolce : Il dolce all’arancia (quello del laboratorio artigianale di Stemnitsa non ha prezzo!)
Da provare come sfizio o da portare a casa:
- salame di fichi (regalo di pregio per il vostro amico o parente vegano/vegetariano)
- il “sottomarino”: lo abbiamo scoperto a Dimitsana senza capire davvero di che si trattasse vista la barriera linguistica. Da fuori si direbbe una specie di yogurt ma non si conserva in frigo e la pasta è densa e a base di zucchero con un po’ di marmellata. Si immerge un cucchiaino nel barattolo e poi lo si bagna in acqua fredda e lo si mangia come un lecca-lecca. E no, non abbiamo acquistato quello enorme nella foto, il più piccolo bastava di gran lunga!
TUTTE LE FOTO DEL NOSTRO VIAGGIO TRA PELOPONNESO E CICLADI
un simple j'aime.
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