La Polenta concia, la ricetta invernale gustosa che veniva dal nord
Ecco una ricetta tradizionale del Nord Italia.
Come tutti sanno, la polenta è una specialità tipica del nord Italia, un piatto povero perché non è altro che farina di mais cotta a lungo in acqua. La polenta concia è un modo per prepararla arricchendola con formaggio locale e burro.
In Valle d’Aosta il formaggio locale adatto a questa ricetta è la Fontina, ma in Lombardia o in Veneto, ad esempio, lo stesso piatto esiste con altri formaggi locali.
Ingredienti per 2-3 persone :
Ecco gli ingredienti e le quantità consigliate nella ricetta originale:
250 gr di farina di mais per polenta
100 gr di Fontina
100 gr di Toma (come quella di Gressonney)
1 Litro di acqua
100gr di burro
Olio d’oliva extra vergine biologico, sale e pepe
Ed ecco invece gli ingredienti e le quantità per una polenta più “light” che non vi impedirà di alzarvi dalla sedia:
250 grammi di farina di mais per polenta (noi abbiamo optato per la meliga ottofile)
150 gr di Fontina (meglio ancora se d’alpeggio)
1 L di acqua
Una noce di burro (meglio se biologico o artigianale)
Olio d’oliva extra vergine biologico (se ne cercare uno buono, qui avete l’imbarazzo della scelta), sale e pepe
Preparazione:
Tagliare la fontina a cubetti. Intanto fate bollire l’acqua. Quando l’acqua bolle, aggiungete un po’ di sale grosso e un filo d’olio d’oliva evo per evitare la formazione di grumi. Quindi versate la polenta e mescolate senza fermarvi con una cucchiarella di legno per circa 50 minuti. Se potete, fatelo in coppia, alternandovi. In caso contrario, cambiate braccio regolarmente e fate movimenti lenti.
Dopo 50 minuti, aggiungete la Fontina e continuate a mescolare fino a quando non si scioglierà completamente. Fate sciogliere il burro in un pentolino.
Quando la fontina sarà completamente fusa (dopo 5-10 minuti circa), versate la polenta nei piatti, fate un pozzetto al centro e versate il burro fuso, spolverate con un pizzico di pepe e voilà, il piatto è servito!
Da mangiare calda nelle fredde giornate d’inverno, ad esempio dopo una ciaspolata nella neve a -10°.
Alternativa: è possibile aggiungere dei funghi alla fine, come nella foto.
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