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VIAGGI: Moesano tra fatbike, curling e cavalli (2° parte)

Segue da “A piedi, a cavallo o in racchette, esploriamo il Moesano – 1° parte

Pomeriggio sportivo tra fat-bike e curling

Verso ora di pranzo salutiamo i nostri due nuovi amici per raggiungere San Bernardino, la principale destinazione turistica del Moesano. Piste da sci, sentieri invernali per racchette o sci nordico il posto offre attività per tutti i gusti e tutte le difficoltà.

Saliamo fino ai 1700 metri d’altezza dell’Alpe di Pian Doss dove con una cornice unica data dal magnifico panorama con le montagne innevate, un cielo che più azzurro non si può e un silenzio assoluto decidiamo di fermarci per approfittare del caldo sole che ci bacia la pelle mentre gustiamo i nostri panini semplici ma farciti di deliziosi prodotti locali (formaggio e quella che qui chiamano “carne secca” che ricorda un po’ la nostra Bresaola).

Ma come ben indicato nel nome, “Map & Fork” non si limitano ad apprezzare il lato gastronomico delle destinazioni che visitano. Terminato il pranzo al sacco è la volta di un po’ di sport con le “fat-bike” biciclette con le ruote “grasse” per una maggiore aderenza, perfette su sentieri innevati e/o ghiacciati. Ci mettiamo in sella e scendiamo verso il paese attraversando laghi ghiacciati, paesaggi incantati e magnifiche pinete imbiancate, leggendo lo stupore negli occhi di quasi tutti quelli che incrociano la nostra strada, incuriositi da questo nostro due ruote sui-generis.

Dopo qualche ore passata a pedalare su e giù per i sentieri innevati arriviamo nel centro di San Bernardino. Qui, già a fine 1800 giungevano i primi turisti in carrozza attirati dall’aria pulita oltre che dalla famosa fonte minerale. Da segnalare la Chiesa rotondeggiante situata di fronte lo storico Hotel Brocco & Posta: imponente per il suo aspetto (sembra quasi un battistero) fu fatta costruire da un signorotto lombardo che aveva l’abitudine di venire qui in vacanza e decise di dedicarla al Santo che da il nome al paese.

Lasciate le bici all’imbrunire è già ora di riscaldarsi per un altro sport. Sulla pista di ghiaccio del paese infatti, sotto un cielo stellato qualcuno prepara delle scope e dei sassi. No, non si tratta di una gara di pulizie notturne ma del Curling sport di cui gli Svizzeri sono campioni e che molti oggi conoscono grazie al suo ingresso tra i giochi olimpici invernali.

All’insegna del divertimento e della sana competizione (il famoso “fair play”) il curling ha conservato tutto delle sue origini scozzesi. Due squadre, sedici sassi (dal peso di 20 kg ciascuno) e 4 persone per squadra con l’obiettivo di posizionare quanti più “sassi” vicino al “centro”. Se la cosa può sembrare facile quando si è semplici spettatori una volta in pista ci si rende conto che in realtà le cose sono un tantino più complesse.

Quello che è certo è che ci si diverte tanto e alla fine vincono tutti. Tra le tante regole con lo scopo di creare un’atmosfera perfetta (il saluto e l’augurio di “buon gioco/buon sasso” iniziale con gli avversari e i compagni di squadra, le congratulazioni al termine, l’assenza dell’arbitro per le gare di tipo non agonistico) c’è anche quella che prevede che la squadra vincitrice offra da bere.

Dopo una giornata ricca di attività tutto si conclude attorno ad una tradizionale fonduta di formaggi locali per “Map” e dei tipici “pizzoccheri” (pasta al grano saraceno, nota anche in Valtellina) per “Fork”.

3° giorno: tra storia secolare e natura incontaminata

Il terzo giorno è l’ultimo alla scoperta di queste magnifiche valli e montagne, per questo cominciamo al mattino presto a Mesocco, comune più settentrionale della Val Mesolcina dove ci aspetta la famosa Chiesa di Santa Maria al Castello e la fortezza più importante dei Grigioni.

La chiesa, dell’anno 1000 conserva una parte barocca del 1600 e una romanica più antica e ospita al proprio interno un magnifico affresco del 1400. Il castello rinascimentale fu utilizzato soprattutto per le artiglierie(sotto Gian Giacomo Trivulzio che ne era il proprietario e signore di Mesolcina). Lo stesso era il miglior conoscitore di artiglieria di quel tempo, avendo avuto il compito durante la famosa battaglia di Marignano proprio di piazzare l’artiglieria.

Ci muoviamo tra queste imponenti mura piene di storia ammirandone la bellezza di questo posto immerso tra querceti formatisi con il ritiro dei ghiacciai e tiglieti tra i più estesi d’Europa.

Facciamo quasi difficoltà a lasciare questo luogo ma l’orologio ci ricorda la nostra tabella di marcia. Se non vogliamo essere in ritardo e perdere il treno pomeridiano ci conviene andare. Prima dell’attività pomeridiana si impone una pausa “rifornimento” a San Vittore (si, ci è piaciuto così tanto questo posto che merita una seconda visita) lì il “GPS gastronomico” ha adocchiato una piccola osteria (Fagetti) che si rivela (come sempre del resto) un’ottima scelta.

Per terminare in bellezza questa tre giorni (e non è un modo dire visti i meravigliosi scorci che ci accompagneranno ancora nel pomeriggio) saliamo verso Santa Maria in Calanca. Incontriamo Angela, giovane e intraprendente amante della natura e degli animali che ci presenta i suoi splendidi cavalli, addestrati con un metodo improntato quanto più possibile sulla fiducia ed evitando al massimo la costrizione.

Ci rendiamo conto di quanto siano speciali quando riusciamo a farli partire semplicemente inspirando e a fermarli espirando. Senza il “morso” né i “ferri” questi bellissimi animali sembrano apprezzare il modo in cui vengono curati e ci trasmettono questa calma durante tutta l’escursione che ci porta, attraversando il magnifico paesino di Santa Maria sempre più su fino al punto dal quale dei giovani in parapendio approfittano della bellissima giornata per lanciarsi.

Non poteva esserci cornice più bella per concludere il nostro viaggioal sud delle Alpi svizzere. Un clima mite nonostante siamo a Febbraio, un sole che ci ha accompagnato per tutti e tre i giorni del nostro viaggio e uno sfondo da tipica cartolina Svizzera (così tanto da sembrare una delle valli di “Heidi”), un prato innevato, le imponenti montagne e una scena mai vista, almeno da chi scrive: i cavalli che, come dei bambini, si lanciano letteralmente nella neve per rotolarcisi dentro.

Salutiamo Angela e ci diamo appuntamento alla prossima volta per continuare a scoprire le infinite bellezze di questo angolo di paradiso al sud delle Alpi Svizzere di cui conserveremo un bellissimo ricordo.

Guarda tutte le foto della nostra tre giorni in Moesano

INFO UTILI:

Come arrivare: in auto (grazie all’autostrada A13),  in treno (scendendo a Bellinzona)

Da sapere: il Moesano rientra nel grande progetto denominato “Parc Adula” che, se approvato dai cittadini svizzeri con il referendum (democrazia diretta oblige!) si estenderà tra Grigioni e Ticino diventando il più grande parco naturale Svizzero.

Articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it

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