Tra terme e agriturismo la Croazia che non ti aspetti
Andando controcorrente, decidiamo di esplorare la Croazia dal lato opposto rispetto a quello dove vanno tutti:niente mare e isole quindi, lasciata Zagabria ci dirigiamo verso est.
Dopo poco più di 100 km di verde, tra autostrada scorrevole e strade di campagna ben tenute, attraversando villaggi pittoreschi ci fermiamo a Daruvar nella Regione di Bjelovar-Bilogora. Ci incamminiamo tra alberi secolari dove i Romani fondarono l’insediamento “Aquae Balissae” e i primi bagni termali di cui rimangono ancora i resti delle fondazioni, le cui sorgenti sgorgano tuttora nel verde e dove intravediamo alcune persone riempire bottiglie di acqua calda termale.
Qui, all’ombra di due alberi di noce nero, specie rara attorno al quale il centro è stato costruito lasciandoli intatti, troviamo il Daruvarske toplice, un centro termale moderno con tanto di camere per chi necessita di trattamenti riabilitativi o vacanzieri in cerca di relax.
Le piscine termali, i trattamenti con il fango medicinale, le saune e i bagni di vapore, offrono il ritorno alla natura a tutti quelli che cercano il modo giusto per rilassarsi e curarsi. Per gli sportivi e chi cerca vacanze attive c’è inoltre una palestra per fitness, paintball, campi da tennis, ginnastica, senza contare le piste ciclabili e i circuiti per andare a cavallo attraverso la foresta.
Il centro, pubblico, è rinomato in tutto il paese anche per il programma riservato agli sportivi di alto livello e, a giudicare dalle foto esposte, sono numerosi gli atleti olimpici che lo frequentano come gli sciatori Ivica e Janica Kostelić, Ana Jelušić, o ancora la campionessa di lancio del disco Sandra Perković, solo per citarne alcuni.
Nel parco, una Gru su una zampa ricorda l’origine del nome (in ungherese Daru), che deve al Conte Antun Jankovich (che aveva la Gru nel suo stemma) così come il Castello barocco costruito a fine 1700, davanti al quale si ergono i due più vecchi Ginko Biloba di tutta la Croazia. All’interno diverse sale conservate come all’epoca e una sala da ballo che oggi ospita matrimoni ed altre feste di paese.
Appena dietro l’angolo, delle scale consentono di raggiungere le cantine del Castello dove tra gli odori tipici delle botti si può partecipare alla “ballate del vino e del formaggio“, una degustazione delle migliori combinazioni di vino e formaggio del caseificio Biogal, si passa dai gusti più classici ai formaggi alle erbe, nocciole e persino al tartufo. I vini di Daruvar hanno ottenuto numerosi riconoscimenti, ben esposti nella cantina, e sin dal medioevo la città ospita la coltura della vite, portata qui dai monaci benedettini.
Nella storia Croata la città ha conosciuto uno sviluppo impressionante tanto che già nel 1906 aveva la corrente e l’illuminazione stradale (persino prima della capitale Zagabria!).
La città è un mix di culture dove quella ceca gode di una posizione di rilievo, I primi cecoslovacchi vennero chiamati qui per lavorare da uno degli eredi del Conte Jankovich e a loro si deve tra le altre cose uno dei più antichi birrifici, aperto ancora oggi così come l’influenza sulla gastronomia e ne abbiamo la prova a pranzo al Ristorante Terasa, con le Bramborak (frittelle di patate con salsa tartara) le Dizane knedle na pari (pagnottelle di pane cotte al vapore) e il dolce che somiglia ad una brioche fatta in casa con marmellata e formaggio fresco.
Diciamo arrivederci a Daruvar e ci mettiamo di nuovo in viaggio. Dopo appena 30 km di paesaggi bucolici, fattorie, cicogne e casette rurali attraversiamo Garešnica, piccolo centro dove ci fermiamo incuriositi dalla musica locale proveniente da un piccolo parco dove sembra esserci una festa di paese. Scopriamo che si tratta di Gastroflora, manifestazione che unisce arte floreale e gastronomia regionale oltre all’immancabile musica tradizionale popolare che cambia dalla solita musica che si sente ovunque.
La sosta imprevista ci induce a scoprire meglio la zona e, seguendo il consiglio di uno degli organizzatori dell’evento, ci rechiamo, poco fuori città a Podgarić dove, dopo un laghetto che sembra incantato, in mezzo ad un bosco, fanno capolino le rovine di Garic grad, una delle più antiche città fortificate della Croazia settentrionale risalente alla metà del 1200 e abbandonata in seguito ad un’incursione ottomana.
A sera Garešnica ci sorprende ancora una volta con la parte gastronomica della festa dove ogni minoranza delle tante che popolano la regione prepara una specialità culinaria, e ce n’è per tutti i gusti.
L’indomani proseguiamo alla scoperta dell’entroterra croato in direzione Bjelovar e per la precisione a Rovisce, dove su una delle colline del paese fork ha saputo di un’altra sagra floreale dedicata alle peonie (in croato Božur), che fioriscono proprio in questi giorni e in onore alle quali si festeggia anche l’arrivo della bella stagione con canti popolari e prodotti tipici.
Le tradizioni sono molto forti e ancora intatte in questa parte della Croazia e lo notiamo un po’ ovunque. A Veliko Trojstvo ad esempio, dove l’Etno-park (casa-museo tradizionale) ne è l’ennesima conferma. Qui un’arzilla e simpaticissima nonnina con cui comunichiamo a gesti vista la nostra impossibilità di parlare croato, ci fa fare un salto nel passato alla scoperta delle abitudini di vita, vestiti tradizionali dell’epoca, o dei giochi semplici con i quali si divertivano i bambini di una volta.
La Romska kuća, casa-museo aperta da una famiglia di etnia Rom lovara nel villaggio di Maglenća, è un altro di questi esempi. Circondata da campi di lavanda che d’estate colorano il paesaggio come in Provenza e da cui ricavano un digestivo molto profumato, è un luogo dove si sfatano molti pregiudizi nei confronti di questa minoranza scoprendo tante cose sulla loro cultura e le loro usanze.
Verso ora di pranzo cominciamo ad attivare il nostro radar culinario e con i numerosi agriturismo presenti c’è solo l’imbarazzo della scelta. Optiamo per il podere OPG Mihoci su un dolce pendio con un panorama favoloso su tutta la regione, delle balle di fieno e un’auto d’epoca di una coppia di Zagabria in week-end fuori porta, creano lo scenario che sembra uscito da un film italiano degli anni cinquanta.
Scopriamo altri piatti tradizionali bilogorici come un’insalata a base di orzo, cereali accompagnata da pane ancora caldo e formaggio fresco per finire con la Bilogorska pita, dolce con nocciole, mele e marmellata di prugne, tutto rigorosamente fatto in casa.
Nel pomeriggio abbandoniamo temporaneamente questi paesaggi, che ricordano la Toscana, per visitare la città di Bjelovar, voluta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria in quella che era una zona di confine e che quest’anno festeggia il suo 260° anniversario.
Rimaniamo piacevolmente sorpresi dal clima tranquillo che vi si respira, a cui sicuramente contribuiscono il parco con uno dei padiglioni musicali più grandi d’Europa, proprio di fronte la Cattedrale in onore a Santa Teresa d’Avila, il centro pedonale e i numerosi caffè con tavolini all’aperto che riscuotono molto successo come il Bistro Franz dove ci fermiamo per goderci questo luogo.
Per concludere la giornata e con essa il viaggio, torniamo nella campagna vicina, su una delle tante colline che circondano la città e ci fermiamo presso l’agriturismo OPG Vinia, immerso nel verde tra cavalli, vigne e quell’atmosfera rustica accompagnata dall’ospitalità genuina, il posto ideale per staccare la spina e dimenticare le preoccupazioni quotidiane.
Da sapere: per le famiglie con bambini
A Kapela, c’è Vinarija Coner, un agriturismo con tanto di parco giochi per bambini immerso nel verde, frutteti “self-service” dove questi possono servirsi tra uno scivolo e un’altalena e dove il cibo proviene dagli orti dei terreni attorno al ristorante. Qui non si butta via niente, tanto che, per gli adulti, con la frutta avanzata si produce la Rakia, famoso digestivo di queste parti.
un simple j'aime.
Rispondi